BESLAN

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In 2005 Ruffo participated to “Art and Hospital in Beslan”, a project created after the tragedy that took place in Beslan School Number One, in the region of Ossetia, southern Russia.
Together with two other artists, Ruffo produced some pieces within the pediatric hospital of Vladikavkaz and run a series of workshops for the children who survived the Beslan massacre.
In 2006 he inaugurated the exhibition Beslan doppia mappatura (Beslan Double Mapping) at Pino Casagrande gallery, in order to give a direct testimony of the period spent in Russia.
With this installation Pietro Ruffo erected a temple to historical memory. The classical tradition represented by the temple is renewed through the use of contemporary art techniques (Angelo Capasso). Inside this modern temple the children – represented in bright colours as a symbol of their rebirth – stand out from the ruins of the school, still in this state after months from the terrorist attack. Outside, standing in the background of the installation are the white and silent Caucasus Mountains.

Nel 2005, Ruffo partecipa al progetto “Arte e ospedale a Beslan”, creato per sostenere i sopravvissuti alla strage avvenuta nel 2004 nella scuola Numero 1 di Beslan, in Ossezia, nel
sud della Russia. Durante questa esperienza realizza, insieme ad altri due artisti, dei lavori allʼinterno dellʼospedale pediatrico di Vladikavkaz e una serie di laboratori artistici insieme ai bambini sopravvissuti allʼattentato. Nel 2006 inaugura la mostra Beslan Doppia Mappatura nello Studio dʼArte Contemporanea Pino Casagrande, un immediato riflesso del periodo trascorso in Russia.
Con questa installazione, Pietro Ruffo ricostruisce un tempio della memoria storica: lʼelemento simbolo della tradizione classica, il tempio antico appunto è qui riattualizzato attraverso le tecniche artistiche del presente. Allʼinterno di questo tempio contemporaneo, sulle rovine della scuola, ancora rimasta distrutta dopo mesi dallʼattentato, risaltano le immagini di bambini, disegnati stavolta a colori come simbolo della loro rinascita. Allʼesterno fanno da sfondo alla struttura le montagne bianche e silenziose del Caucaso.